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Parte I Cap7
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Canti e leggende

Usi e costumi di Ciminna

Dr Vito Graziano

Pubblicato MCMXXXV

Parte prima cap.7

Leggende profane

1. Leggende plutoniche-
Le leggende sono memorie di fatti per lo più favolosi e talvolta inverosimili, creati dalla fantasia e dall' ignoranza del popolo.
Esse si trovano in tutti i paesi, e sono tanto più numerose quanto meno avanti sono questi nella civiltà. Corrispondono a un bisogno psicologico del popolo, che a guisa dei bambini vuole la spiegazione di tutto quello che vede. Perciò una chiesa, un edifizio, un monumento sono spesso l'origine di leggende, che, create dal popolo per appagare la sua curiosità, sono ritenute come storie. Si dividono in profane e sacre, secondo la materia che esse trattano.
Le leggende profane più diffuse sono quelle dette plutoniche, che si riferiscono a tesori incantati, a fiere notturne, ad apparizioni di persone e oggetti d'oro, ecc. Si crede dal popolino che i detti tesori ora sono guardati da spiriti maligni e ora sono incantati e in questi casi bisogna fare delle pratiche che pochi possono conoscere. Essi furono nascosti dai Saracini 1, i quali conobbero un'erba da cui estraevano l'oro per farne monete. Si crede anche che la detta erba esiste ancora, ma non è più conosciuta e viene mangiata dagli animali ovini, i quali perciò hanno talvolta i denti coperti da una patina giallastra creduta oro dai caprai.
In Ciminna esistono alcune di queste leggende, delle quali due furono raccontate dal Pitrè2. Oltre a queste ve ne sono altre di tesori incantali nelle contrade Pizzo della monaca e Cozzo della campana. In quest'ultimo luogo si crede che sia un orologio a campana, che è d' oro massiccio e suona ogni sette anni. C' è perfino chi assicura di averne sentito il suono. Vicino alle così dette Case vecchie dell'ex feudo Villafranca esiste un gran sasso con un buco, dentro il quale si crede essere un aratro con campane d'oro.

(1) Dei detti tesori chiederebbe sempre conto, come crede il popolino, il Gran Sultano di Costantinopoli, che per discedenza si ritiene ancora il legittimo possessore.
(2) Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano, Palermo, 1889, voi. 4, pagg. 292 e 293.

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2. Fiere incantate-
Altre leggende parlano di fiere incantate, che si ripetono ogni tette anni, a mezzanotte precisa, in diverse contrade di questo territorio, cioè Sant'Anania, Ruggeri, Chiarchiaro ed altre, e si narra di caprai, di contadini e di altri, arricchiti in questo modo per essere stati presenti alle dette fiere. Quella di Ruggeri comincia al suono di un orologio, che, secondo alcuni, ha dato il nome alla contrada, e dura un'ora sola. Comprato un oggetto, bisogna allontanarsi subito dal luogo poiché in caso diverso si rimarrebbe ivi incantato. Altra fiera notturna settennale avviene nella contrada denominata Fontana del Re vicino a quella precedente.
Queste e altre leggende meno popolari di tesori nascosti ed incantati in altri luoghi di questo territorio sono state create dalla fantasia del popolo Ciminnese, ma io mi limito a quelle riferite e tralascio le altre per brevità.

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3. Altre leggende-
Accenno ora ad altre leggende di carattere diverso.
Vicino al piano del Castello era una sorgente d' acqua, che scomparve verso la fine del secolo XVIII. Essa sboccava in un abbeveratoio del detto piano i impetto all'ex monastero S. Benedetto. Come in tutte le fonti d' acqua per uso pubblico, vi erano frequenti risse con bestemmie e parole oscene, che erano di scandalo alle monache e alle ragazze educande del monastero. Si narra che fra queste ultime vi era la figlia di un principe, la quale ne parlò al padre, e questi, per togliere la causa dello scandalo, fece gettare dell' argento vivo (mercurio) nella sorgente. Si dice che il detto metallo fece scomparire l'acqua, la quale poi fu causa di molte frane ed ora sorge in altri luoghi più bassi.
All'estremità inferiore del paese esiste un' altra sorgente denominata Canale con un lavatoio pubblico. Si dice che attraverso un condotto sotterraneo essa comunichi con un gran buco esistente nella contrada Cozzoferrato, distante un chilometro circa dall' abitato. Le acque piovane si scaricano nel detto buco e quando sono abbondanti intorbidano quella della sorgente 1.
Ciò fece nascere un' antica leggenda. Infatti si crede che dentro la detta sorgente esiste un coccodrillo, il quale talvolta coi suoi movimenti intorbida le acque e quando ciò avviene nessuno ardisce avvicinarsi alla sorgente per timore del coccodrillo. Perciò non mancano quelli, di fantasia più esaltata, che assicurano di averlo visto, e favoleggiano di bambini presi e divorati nei tempi antichi.
A breve distanza della detta sorgente ne esiste un' altra denomi nata Folletto. Essa è alla base d' una collina, dalla quale in varie epoche si sono staccati dei macigni che hanno ucciso alcuni individui, dei quali gli ultimi tre il 2 ottobre 1869. Il popolino crede che le anime dei detti individui, morti senza sacramenti, siano condannati per sempre a stare ivi. Perciò esiste la leggenda che in quel luogo compariscano spesso di notte degli spiriti o anime condannate, che si chiamano anche folletti. Forse per questo motivo il luogo prese da tempo antichissimo tale denominazione.
La fantasia fa dire pure al popolino che vi siano apparizioni di fantasmi m altri luoghi come nel piano di Cataldo (Calavuru), nelle Case vecchie di Villarranca, alla fontana del Re, alla Nostradonna e altrove.
Esistono altre legende, che furono da me narrate nel libro pubblicato in Palermo nel 1911 e intitolato : Ciminna, memorie e documenti.

(1) Secondo altri la sorgente comunica con un'altra a breve distanza delle case omonime.

 

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