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Parte seconda
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Memorie e Documenti

Dr Vito Graziano
Pubblicato MCMXI

Parte II - cap.2

Istituti e opere di beneficenza

1. Ospedale civico 2. Opere di beneficenza non più esistenti

1. Ospedale civico
L'ospedale, dedicato allo Spirito Santo, fu fondato nell' anno 1506 dai coniugi D. Paolo e D, Giovanna Ventimiglia, Signori di Ciminna. Esso ebbe in origine lo scopo di ricoverare gli ammalati poveri del paese e i pellegrini e forestieri di passaggio.1
L'amministrazione era affidata ai Giurati di questa Terra, ma nel 1538 D. Guglielmo Ventimiglia, figlio del suddetto D. Paolo, volendo mettere un po' di ordine e confermare meglio il nuovo Istituto, stabilì insieme coi detti Giurati di assegnarlo alla confraternita fondata nella chiesa collaterale ad esso, come infatti avvenne con atto del 4 agosto XI ind. presso il notar Matteo Gangi da Palermo.2
Nell'anno 1579 si sentì il bisogno di fare un nuovo statuto organico, che fu approvato dal viceré Marco Antonio Colonna a dì 27 aprile VII ind. Secondo il detto statuto l'amministrazione doveva comporsi di sei rettori, un procuratore e un cassiere, eletti dai Giurati e dai rettori uscenti,che duravano in carica un anno e potevano essere rieletti dopo un altro anno d' intervallo. Il loro ufficio era gratuito,eccetto quello del procuratore che aveva lo stipendio di onze due, e coloro, che non volevano accettare queste cariche, erano obbligati a pagare una multa di onze dieci, che venivano esatte dai Giurati e andavano a favore del pio Istituto.
Pel ricovero nell'Ospedale si lasciò quelli che era stabilito nell'antico statuto, ammettendo le persone inferme di malattia curabile e non lunga e quelle forestiere, facendo sempre in modo tale che le rendite bastassero ai bisogni e non venisse mai a mutui ed interessi.
Nello stesso tempo fu regolato un altro ramo di beneficenza, ch'esisteva anche prima3 nel pio Istituto, cioè il servizio dei trovatelli, di cui riportiamo l'intero capitolo: « Quelli fanciulli tanto maschi quanto femmine quali saranno gittati nello detto Hospedale si abbiano da fare nutrire,e campare a spese di detto Hospedale insino all 'età che li mascoli si possano mettere ad arte, o ad altro esercizio e le femmine darsi a servire ad alcuna persona tanto cittadina quanto forestiera ad effetto di maritarla o monacarla avvertendosi che quella persona che la vorrà sia abile farli quel tanto le prometterà con la quale li Rettori ci ne habbianoda fare atti pubblici del modo che si potranno accordare ese per sorte fosse alcuna bona e spirituale persona che volesse pigliarsi alcuni di questi fanciulli e a sue spese nutrirli si ci possano dare liberamente questa cura di fare nutricee collocare tali gittatelli sia partito comunemente di tutti li Rettori quali prò tempore saranno». Questo ramo importantissimo di servizio durò nell'Ospedale fino alla metà delsecolo passato, e vicino la porta d'ingresso si vede ancorail sito della ruota, ove si mettevano i trovatelli.
Nel detto statuto del 1579 fu stabilito anche di fareogni anno per la Pentecoste, giorno sacro allo Spirito Santo, una festa solenne con 1° e 2° vespro, messa cantata eprocessione. In quella circostanza si sceglievano dieci ragazze orfane e di età superiore ai 15 anni, e poi a quella, ch'erascelta dalla sorte, si davano con atto pubblico onze dieci,come legato di maritaggio. Nel caso che essa morisse senzafigli, la detta somma doveva essere prelevata dalla sua eredità a beneficio dell'ospedale. E, secondo una consuetudineantica, si faceva del pane e si macellava una vacca per darda mangiare alle dette orfane e ad altri poveri. Il detto statuto organico rimase in vigore per ben tre secoli. Nel 1878 se ne fece un altro, che fu approvato l'8 dicembre dello stesso anno e regge ancora l'Ospedale. Secondo il nuovo statuto l'amministrazione fu ridotta a cinque deputati eletti dal Consiglio comunale, che durano in carica tre anni e sono rieleggibili. Inoltre sono ammesse tuttele persone d'ambo i sessi del Comune, affette da malattieacute febbrili e non contagiose,4 restando escluse tutte quelleaffette da malattie croniche o chirurgiche; sono pure ammessi i forestieri che, trovandosi di passaggio, si ammalassero in Ciminna, salvo rimborso della spesa da parte degli stessi odelle loro famiglie se non siano indigenti. Nell'anno 1905 fu istituito dentro l'Ospedale un ambulatorio di bassa chirurgia pei soli poveri, nei giorni dispari di ogni settimana.
Il locale dell'ospedale era anticamente dietro la chiesadel Purgatorio, colla quale confinava; per la sua ristrettezza si pensava sempre di comprarne un altro più grande. Nell'anno 1766 un certo D. Carlo Romano volle vendere la sua casa sita nella Piazza e i rettori di quel tempo ne fecero acquisto con atto del 24 giugno XIV ind. presso il notar Giuseppe Emmanuele Landolina pel prezzo di onze. 280. Nello stesso anno l'ospedale fu istituito nel sito attuale, e vi si costruì subito un oratorio.
Allo scopo d'ingrandire ancora il nuovo locale nell'anno1820 i rettori dell'ospedale, con atto del 28 febbraio pressoil notar Francesco Trapani, comprarono altra casa confinante col detto ospedale, per prezzo di onze 95. 22. 12. 3, dellequali onze 47. 26. 6. 1/2 furono donate dai venditori fratelli Filippo e Pietro La Priola. E finalmente nell'anno 1876 fucostruita un'altra stanza sopra la casa del Signor Corso Salvatore. Anticamente l'ospedale viveva anche coll'elemosine delpubblico, che consistevano nella cerca del frumento nelle aje,del mosto nelle vendemmie e delle legna nelle campagne,ma esso ora provvede ai suoi bisogni con rendite provenienti dal gran Libro del debito pubblico e da censi e canoni,che formano in tutto una rendita di L. 3564,25.
A questa furono aggiunte quelle della Pia Unione del Miserendini e, per la legge 7 luglio 1907 N. 435 sulla trasformazione di legati a favore degli ospedali della provinciadi Palermo, i legati Giangrasso e Floquet e parte delle rendite della Fide commissaria Manfrè, della Compagnia della Concezione e della Congregazione di carità.
I primi benefattori dell'ospedale furono gli stessi fondatori D. Paolo e D. Giovanna Ventimiglia e il loro figlioD. Guglielmo.
Vincenzo Lo Cicero, per vieppiù aumentare il fervore ela carità verso il detto ospedale, con atto del primo dicembreXII ind. 1568 presso il notar Pietro Cucchi da Palermo, fecedonazione di tutti i suoi beni a Giovanni Andrea Lo Cicero ed altri, morto l'ultimo dei quali senza figli doveva succedere l'ospedale, come infatti poi avvenne.
Nell'anno 1590 il nobile Raffaele di Vanni, mosso dalla carità verso i poveri, lasciò un legato di onze dieci all'anno per maritaggio d'orfane, da sorteggiarsi il giorno di Pentecoste, e nell'ospedale esìste ancora il suo ritratto colla seguente iscrizione: « Magnificus Raphael Vanni Ciminnensi serga pauperes charitate plenus legatum uncearum decemquolibet anno prò nubenda puella ex inutilibus etiam hortaparentibus huic hospitali reliquit rie vero».
Nel 1611, a 5 febbraio, maestro Francesco Urso fece ilsuo solenne testamento presso il notar Filippo Randazzo elasciò erede universale di tutto il suo patrimonio D. Francesco Urso ed eredi particolari Giovanna e Caterina Ursocolla condizione che, morendo queste senza figli, dovesse succedere nell'eredità l'ospedale, allo scopo d'impiegare ogni anno le sue rendite in servizio dell'infcrmeria e per maritaggio delle sue consanguinee. Ma il detto D. Francesco, ultimo moriente, lasciò erede universale il Monastero di S. Benedetto, il quale, per atto di transazione del 17 maggio VIIind. 1669 presso il notare Antonino Urso, assegnò all'ospedale alcune rendite. Di questo benefattore esiste nell'ospedale il ritratto colla seguente iscrizione: « Mri. Francisci Ursopietate insignis inter nostri hospitalis benefactores prius in-deque inter coeli comprehensores adnumerati anno 1669 hicvero servatur imago ».
Nel 1630 Fra Corrado Boeri da Noto, terziario del convento di S. Francesco d'Assisi in Ciminna, con atto del 15dicembre XIV ind. presso il notaro Antonino Corradino, fece donazione all'ospedale di onze 15. 5 all'anno. Di questobenefattore esiste una leggenda popolare, che io riferirò inaltro luogo, e se ne conserva il ritratto colla seguente iscrizione: « Fr. Corradus Boeri urbis Neti tertiarius Sancii Francisci Assisis divino spiritu ductus humillime in ecclesia diviprotectoris Viti in eremitam vixit; totum patrimonium huichospitali anno 1630 XIV Indictionis die vero XV decembrispeculiari ter donavit, piumque legatum uncearum decem prònubendis puellis orbatis parentibus annuatim iustituit, ele-mosinarius prò alimonia extimavit publice petere quam piumopus revocare. Die tandem XI decembris VI Indictionis1637 exitum naturae explevit suumque hic Ciminnae cadaver in Tempio eiusdem ordinis humi instituit».
Nel 1710 il Sac. D. Pietro Bellamauro, volendo accrescere e rassodare il devoto ospedale, lo lasciò erede universale di tutti i suoi beni, salvi alcuni legati, con testamento del 22 maggio III ind. presso il notaro Agostino Casaga econ codicilli pubblicati il 3 agosto IV ind. 1726 agli atti delnotar Domenico Alongi.
Nel 1791 D. Giuseppe Mosca, uomo dedicato alla pietàcristiana, con atto del 29 agosto IV ind. presso il notar Gaetano Maria Gettone, fece donazione di tutti i suoi beni urbani, rusticani e rendite alla di lui moglie D. Giuseppa Spatafora in usufrutto e all'ospedale in proprietà. Dopo la mortedi questa, avvenuta nell'anno 1834, si riunì l'usufrutto alla proprietà, e le somme ricavate da tutti i beni suddetti, detratti alcuni legati ed i paesi inerenti agli stessi, servono in aiuto dell'infermeria. Fra gli altri beni vi era un fondo incontrada Gorgo, territorio di Caccamo, di cui si possedevanosolamente la proprietà e l'usufrutto degli alberi, che con attodell'8 aprile 1882 furono venduti al marchese Spedalottopel prezzo di L. 18000. La detta somma fu messa al gran Libro del debito pubblico, dal quale viene esatta l'annua rendita di L. 1067,74. Di questo insigne benefattore esistenell'ospedale un ritratto colla seguente iscrizione: « D. Giuseppe Mosca Ciminnensis pietate insignis omnia dedit pauperibus infirmis in hospitali».
Finalmente nel 1807 il Sac. D. Vito Alongi, con testamento fatto presso il notar Gaetano Maria Gettone da Ciminna, lasciò tutto il suo patrimonio all'ospedale, con la condizione di prelevare l'elemosina di una messa quotidiana, dacelebrarsi da un suo consanguineo, ed altri legati. Nell'ospedale esiste il ritratto con questa iscrizione: « Rev. Sac. D. Vitus Alonge Ciminnae benefactor pauperum infirmorum inhospitali obiit die 28 dec».

1. V. AMICO, op. cit., in nota a p. 46: « domusque demum Hospitalis aegris et peregrini» aperta, incolarum pietatem commendant».
2. Vedi in appendice documento n. IV.
3.
Ciò è provato da una fede di battesimo dell'anno 1556 o 1557, esistente nell'archivio parrocchiale e corrosa in parte dal tempo, che qui siriporta: «Die 7 novembris Eu presti leronimo de polici b (cioè battimati) Cat.a iellata a lu Spilali... li compari Filippo... ».
4. Per queste malattie l'attuale amministrazione ha deliberato la costruzione di altre due camere, stanziando nel bilancio 1911 la somma di L. 1.600.

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2. Opere di beneficenza non più esistenti
Anticamente vi era il monte frumentario, che fu istituito per esonerare la contribuzione delle così dette terze parti ritenute dannevoli dai proprietari.5
Era sotto l'immediata sorveglianza del Comune, il quale comprava nell'està una certa quantità di frumento per rivenderlo nell'inverno allo stesso prezzo o mutuarlo con interessi minimi, allo scopo di combattere l'usura ed agevolarela coltivazione delle terre. Nei tempi, a cui accenno, le carestie erano molto frequenti per la scarsità delle produzioniagricole e per la mancanza quasi assoluta di commercio, perciò il peculio recava immensi vantaggi alla classe povera della popolazione. Per comprendere l'importanza di questabenefica istituzione basta sapere che nel bilancio comunaledel 1827 fu assegnata ad essa la somma di onze 530. 18. 18
Ma coll'andar del tempo andò scemando d'importanza,e quando si mescolò a privati interessi degenerò interamentee nella seconda metà del secolo scorso cessò d'esistere.
Oltre al monte frumentario sopradetto, devo accennare all'istituzione della condotta medica, che ora è obbligatoria per tutti i Comuni. Essa esisteva in Ciminna sin dal secolo XVIII, ed è probabile che tale istituzione rimonti ad un'epoca molto più antica.
Vi erano anche molte legati di maritaggio, monacato edottorato, che ora sono perduti o destinati a scopi diversi.

5. In Sicilia per massima abusiva del governo proprietari e fittuari erano obbligati a contribuire annualmente alle università del loro territorio giurisdizionale, la terza parte dei grani prodotti dai latifondi per servire alla pubblica annona di ogni Comune, con l'obbligo di pagarne il prezzo ai produttori alla meta imposta dal Magistrato municipale. BUTERA, Storia di Vicari, p. 126.

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