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     Parte 
          terza 
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    Memorie e DocumentiDr Vito Graziano Parte III - cap. 3 
        
  La Chiesa di S. Benedetto col suo monastero sorgeva nel 
     luogo, ove fu l'antico castello distrutto dal conte Blasco nel 1326. La chiesa di S. Margherita confinava con quella di S. Maria delPItria, da cui era divisa da un semplice muro comune, colla uscita nella stessa strada. Ora la sua porta è murata, il suo suolo divenne proprietà privata e il cappellone serve di sagrestia a S. Maria dell'Itria.La chiesa della Madonnuzza esisteva sopra la pubblica piazza in vicinanza dell'antica Porta Palermo. Nel 1741 un certo D. Andre Grimaldi, con testamento pubblico del 14 gennaio V ind. presso il notar Pietro Sclafani, legò una messa festiva da celebrarsi nella detta chiesa con l'elemosina di tari uno e grani cinque. Fu distrutta nel secolo E' stata chiusa 
     al culto. Non è accessibile.  
    
     L4. La chiesa dell'Ospedale vecchio era collaterale 
     a questo, ch'era dietro la chiesa del Purgatorio. Fu abbandonata nel 1766, 
     quando l'ospedale fu istituito nel luogo ove si trova tuttora. Nel 1774, 
     col permesso dell'Arcivescovo di Palermo, fu convertita in casa privata e 
     data ad enfiteusi.  
    
     La chiesa di S. Vincenzo esisteva nel secolo XVII; infatti 
     un certo Vincenzo Billingri, con atto del 26 ottobre IV ind. 1680 presso 
     il notar Antonio Canzoneri, riconobbe un canone ch'egli doveva alla detta 
     chiesa. Cessò d'esistere nel secolo XVIII.  
    
     L'esistenza della chiesa di S. Maria di Gesù 
     rimonta al secolo XVI, e vi era fondata una confraternita. 
    Nella detta chiesa esisteva un pregevole lavoro artistico consistente in un gonfalone con figure in rilievo ad intaglio eseguito da Vincenzo Pernaci da Palermo, come si rileva da un atto del 31 ottobre 1542 presso il notaro Alfonso Cavarretta. Si ignora l'epoca precisa, in cui la detta chiesa si distrusse.  Nella chiesa di S. Maria dei Miracoli esisteva un beneficio 
     fondato nel 1603. Da un libro di sacra visita, esistente nella curia arcivescovile 
     di Palermo, si rileva che la detta chiesa aveva anche il nome di S. Maria 
     della Neve. Vi era anche una confraternita e si distrusse nei primordi del 
     secolo XVIII. 
    
     8. La chiesa di S. Agata esisteva a mezzogiorno del 
      paese, sulla collinetta che conserva ancora il nome della detta santa, e 
      nel sito stesso è una cappelletta dedicata alla Madonna chiamata 
      della Portella. Ciò viene dimostrato con un atto di concessione dell'I 
      1 ottobre X ind. 1611, nel quale si legge che il giardino appartenente al 
      convento di S. Francesco di Paola, ora abolito, aveva per confine anche 
      la chiesa di S. Agata. Fu distrutta nei primordi del secolo passato e il 
      quadro della santa fu trasportato in una cappella della chiesa di S. Rocco. 
      Ma nel 1821 il cappellano di essa D. Francesco Trapani, non potendo ivi 
      celebrare bene la festa per l'inaccessibilità della strada e per 
      la mancanza di comodità, con lettera dell'Arcivescovo di Palermo 
      in data 17 giugno, ottenne il permesso di trasportare il quadro nella chiesa 
      di S. Francesco di Paola, ove ogni anno si celebra la festa a dì 
      5 febbraio.  
    Il sito ove si trovava la chiesa di S. Nicasio era ad 
      occidente del paese e vicinissima allo stesso. Anch'esso fino a poco tempo 
      addietro portava il nome della detta chiesa. È ignota l'epoca della 
      sua fondazione, ma da un atto di concessione enfiteutica presso il notar 
      Filippo Randazzo si sa che esisteva fin dal 1613. Nel 1656 era ridotta una 
      povera chiesa, perché il Sac. Andrea Manfrè nel suo testamento 
      legò onze sei all'anno da sorteggiarsi fra le cinque chiese più 
      povere del paese per farne riparazioni, e nel primo e secondo anno elesse 
      la chiesa di S. Nicasio e quella da farsi di S. Menna, che poi non si costruì 
      più. Nel 1787 era già diruta ed interdetta, perciò 
      alcuni confrati di detta chiesa con atto del 2 dicembre VI ind. ottennero 
      dai rettori del Carmine la concessione d'una cappella, ove fu trasportato 
      il quadro di S. Nicasio e ove fino a pochi anni addietro vi si celebrava 
      la festa ali ottobre di ogni anno. 
     
     La chiesa di S. Pantaleone era posta nel territorio 
     di Ciminna ed esistenva fin dal secolo XII. Infatti nel tomo 2° della 
     Sicilia Sacra del Pirri, 1 
     nel capitolo de notitia Sancii Spiritus Panarmi a foglio 1296, si legge, 
     che a 9 novembre II ind. 1178 Guglielmo Re di Sicilia concesse all'abbazia 
     di Santo Spirito di Palermo la chiesa di S. Pantalone con tutte le sue pertinenze 
     e la chiesa di S. Nicolo di Misilmeri con tutte le terre, i canneti ed altro, 
     ch'erano oltre il fiume del sudetto paese: « Damus similiter, et concedimus 
     praefatae Abbatiae Ecclesiam S.ti Pantaleonis cum portinentiis Casalis Galli 
     Rebalsuatt, cum tenimento suo, Ecclesiam S.ti Nicolai de Misilmiro cum cannetis, 
     ac terris suis, quae sunt ultra flumen Misilmiri, et alias terras ad quinque 
     pericla bovum; iuxta flumen praefatum ex altera parte, concedimus insuper 
     etc. ». 
    Fino al secolo XVI la chiesa di S. Pantaleone appartenne alla sudetta abbazia di Santo Spirito, ma nell'anno 1516 passò con questa in possesso all'Ospedale grande di Palermo con lettere dell'Imperatore Carlo V, in data del 26 luglio. Perciò le bestie erranti nel feudo di S. Pantaleone si conducevano carcerate nel parco di Santo Spirito, posseduto ancora dal detto Ospedale grande. Essendo questo in possesso della detta chiesa cominciò ad eleggere il beneficiale, finché nel 1588, passando a miglior vita D. Simone Tagliavia, né curando esso di eleggere il successore nel termine prefisso, questo dritto passò alla gran corte arcivescovile di Palermo, perché la chiesa e il feudo sudetto trovavansi nel circuito della sua diocesi. Perciò l'Ill.mo e Rev. D. Bonaventura Securi, allora vicario generale, il 3 ott. ind. 1589 passò ad eleggere beneficiale il Sac. D. Giuseppe Ansaldi, arciprete di Ciminna, con lettere d'istituzione del seguente tenore: « Et hoc stante elapso termino praefixo in forma iurium, et Concilii Tri-dentini ad eligendum et conferendum. Inde spectat electio et collatio ad dictum Ill.mum et Rev.mum Dominum Ar-chiepiscopum Panormitanum ex quo dictum Feudum est et Dioecesim Panormitanam. Inde etc.». Il beneficiale aveva anche il titolo di barone, annesso al feudo della chiesa, col mero e misto impero. Infatti con atto del 17 settembre VI ind. 1562 presso il notar Pietro de Pici da Ciminna, il beneficiale di quel tempo gabellò la baglia del feudo e l'anno seguente, con altro atto del 3 gennaio VII ind. presso il detto notare, fece l'elezione del giudice di quel feudo, ed altri atti. Nel 1687 la chiesa di S. Pantaleone era diroccata da più tempo, e il Sac. Dr. D. Antonio Pettineo, essendo beneficiale di essa per elezione dell'Arcivescovo D. Ferdinan-do de Bazan, edificò la nuova chiesa poco distante dall'antica e a sue spese la provvide del quadro del santo, dei gio-gali e addobbi necessari per la messa. La nuova chiesa fu finita di fabbricare e benedetta con permesso ottenuto dall'Are, di Palermo a 22 aprile XII ind. 1690. Ma essa non durò molto tempo, perché nel 1787 era diruta e il beneficiale di quel tempo Sac. D. Michele Cascio, col permesso della corte arcivescovile di Palermo, in data 4 luglio V ind. ottenne dai rettori di S. Giovanni Battista la concessione d'una cappella, ove fu trasportato il quadro e vi si celebra ogni anno la festa a 27 luglio. La chiesa di S. Barbara esisteva forse sulla sommità 
       di Monterotondo, ove si osserva ancora qualche traccia di fabbriche. Nel 
       secolo XVI era già distrutta, e d'allora in poi la festa di S. Barbara 
       si è fatta sempre nella chiesa di S. Antonio Abbate a 4 dicembre 
       di ogni anno  
     La chiesa di S. Caterina era sulla pubblica via, a 
       poca distanza dall'acqua chiamata fontana del Re, e se ne vedono tuttora 
       i muri esterni. Durò fino a pochi anni addietro, e vi si celebrava 
       la festa ogni 25 novembre. 
      La chiesa dell'Annunziata si chiamava anche S. Maria 
       delle Rocche e fu fondata nel secolo XVI dal marchese Ceraci nel feudo 
       omonimo. La nomina del beneficiale apparteneva al proprietario del detto 
       feudo, che ne aveva il dritto di patronato, onde faceva la nomina e la 
       presentazione del nuovo eletto, che il vescovo confermava. Esso si chiamava 
       beneficiale e priore, e il beneficio era detto priorato. 
     236 La chiesa di S. Andrea si trova in vicinanza di quella 
       sudetta, ed esisteva sin dal secolo XVI. Nel 1908, per disposizione del 
       Card. A. Lualdi, fu in parte trasformata in ricovero di poveri. Un piccolo 
       muro divide il dormitorio di questo dall'altare maggiore, che fu lasciato 
       per potervi celebrare delle messe. La statua di S. Andrea fu trasportata 
       alla Matrice, dove trovasi conservata in una cappella.  
     La chiesa delle Anime sante è un piccolo oratorio 
       di recente fondazione. Nel 1832 fu costruita una cappelletta dedicata alle 
       dette anime, e nel 1905, essendo accresciuta la devozione del popolo, fu 
       ingrandita coll'acquisto di due camerette, fatto per iniziativa di Andrea 
       Brancato con atto del 12 febbraio presso il not. Giuseppe Ingraffia.  
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